19:45 May 27, 2014 |
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Italian to English translations [PRO] Art/Literary - Art, Arts & Crafts, Painting / Sculpture | |||||||
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2 | aspetta che t'uccidi (dal dialetto Veneto) |
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It's in the second to last line |
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Con Daniela (e Phil) |
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Discussion entries: 2 | |
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aspetta che t'uccidi (dal dialetto Veneto) Explanation: la emozione, presumably... o te stesso, bho! -------------------------------------------------- Note added at 10 hrs (2014-05-28 06:42:51 GMT) -------------------------------------------------- no, coppiare non mi sembra proprio. D'altronde, Medardo Rosso era milanese... non so se a Milano si dice "te copo". A Venezia di certo... quante volte han detto a me! |
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21 mins |
Reference: It's in the second to last line Reference information: To save you hunting :-) -------------------------------------------------- Note added at 54 mins (2014-05-27 20:40:01 GMT) -------------------------------------------------- I'm not sure what it means either. It's the first- and second-person singular subjunctive of copiare. -------------------------------------------------- Note added at 55 mins (2014-05-27 20:40:52 GMT) -------------------------------------------------- I mean the word is in the second to last line, not the answer. |
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Note to reference poster
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12 hrs |
Reference: Con Daniela (e Phil) Reference information: Dato che, a quanto sembra, M. Rosso amava parlare e scrivere mischiando lingua italiana e francese, oltre ai dialetti torinese, milanese e genovese (vedi a fondo p. 4 del primo link), mi sento di poter escludere l'accenno ad "accopparsi". Dato che si parla dell'ombra e delle emozioni, e di come sia difficile catturarle, direi che di copiare si tratta. Reinterpretando la porzione specifica del tuo testo: Si tende a correggere quelle che sono percepite come sproporzioni. Eppure sono proprio queste a emozionarci, proprio perché sono tangibili ma non tattili, né rispondono alle regole prospettiche. In quanto transitorie, le emozioni non sono fatte per l'attesa. Sta all'artista coglierle al loro manifestarsi e reinterpretarle. Tanto più che nel tuo testo M. Rosso continua a ripetere "tocco", ma soprattutto "non tocco": il toccare (e il tocco in senso artistico, forse) rispetto alla trasmissione di un'emozione impalpabile, di cui l'ombra è un esempio perfetto. L'ombra non fa altro che essere ombra. Il che spiega anche un po' il suo modo di intendere la scultura, sempre indefinita, evanescente, come i materiali che prediligeva, mai “solidi”, ma effimeri. Proprio come un’ombra. Che poi l’ombra sia anche presagio di transitorietà, di morte, è evidente, ma non mi pare in questo caso specifico, visto che l’estratto è incentrato sull’emozione della scoperta, piuttosto che sulla mortalità, sempre indirettamente presente nella produzione di Rosso, che si tratti di scultura o fotografia (Rosso era anche fotografo sperimentale, vedi sotto), ma mai esplicitata, mi pare. Qualche estratto e link utile: vb_cazzaminimussi_aneddoti_su_medardorosso_1950.pdf http://tiny.cc/2n7jgx http://tiny.cc/2l7jgx |
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